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lunedì 12 maggio 2014

Alchemy

Amir ElSaffar

Pi


Nato in Canada nel '77 da padre di nazionalità irachena e madre americana Amir ElSaffar, trombettista, è una delle più interessanti novità, in ambito jazz, della scena musicale di New York, città dove risiede dal 2000. Cresciuto ascoltando i dischi jazz del padre è passato da esperienze musicali di varia estrazione, dal folk alla classica al jazz, approdando alla corte di Cecil Taylor e collaborando successivamente con Rudresh Mahanthappa e Vijay Iyer. Numerosi i riconoscimenti collezionati nell’ambito di un’attività che lo ha visto accostare idiomi classici della musica araba con dialettiche jazzistiche. Il quintetto messo su per questo cd consacra il suo concedersi al mondo musicale occidentale e lo fa anche abbandonando ogni strumento esotico di origine orientale per dare spazio alla classicità strumentale di un combo jazz. Al fianco del leader troviamo Ole Mathisen al sax tenore; John Escreet al pianoforte; Francois Moutin al contrabbasso; Dan Weiss alla batteria. Il loro linguaggio mescola aspetti marcatamente evocativi, che ci riportano ad un frizzante hard bop, gli umori moderni di un intrigante post bop, nonchè un elemento imprescindibile nella musica araba quale è il maqam, sistema di scale modali che il trombettista ha più volte fatto sapere di aver studiato in modo circostanziato. Un aspetto, quello modale, che si esplica abbondantemente nelle due suite che costituiscono l’essenza predominante dell’intero lavoro. La prima “Ishtarum” comprende tre brani, la seconda  “Selections from the Alchemy Suite” ben quattro. In entrambi i casi quello che si evidenzia è un’essenza jazzistica impregnata di un fitto dialogo nell’ambito di strutture ben definite che inglobano i temi centellinati con parsimonia e i soli giocati in un contesto di libertà adeguatamente dimensionata. Un album di indubbio valore che ci regala un altro esempio di contaminazione e sintesi fra culture musicali eterogenee.

 Giuseppe Mavilla

mercoledì 22 giugno 2016

Saadif

Hyper + Amir ElSaffar

nusica.org


Nuovo progetto per tre dei più rappresentativi musicisti che orbitano attorno all’etichetta nusica .org. Sono il sassofonista Nicola Fazzini, lo specialista di chitarra basso, acustica, Alessandro Fedrigo, vera anima dell’etichetta, è lui che l’ha pensata e creata e il batterista Luca Colussi. Si chiama Saadif ,ovvero, incontro e segna la loro collaborazione con  il trombettista iracheno, nato a Chicago ma oggi cittadino newyorkese, Amir ElSaffar, di cui vi ho raccontato a proposito del suo album Alchemy, potete leggerne la recensione qui. Una collaborazione che affianca la matrice jazz europea, fatta di ricercate strutture compositive, da sempre insite nelle produzioni dei tre musicisti italiani, con la musica araba-africaneggiante di ElSaffar. Il risultato è una selezione di pregevoli brani, sei per l’esattezza, che si apre con“Mono Esa Tono”  una ben riuscita coniugazione di passato e presente, di tradizione e contemporaneità. Poi arrivano le orientaleggianti esternazioni vocali di ElSaffar, nell’intro di “Kosh Reng”, quasi una nenia rituale araba che precede l’arrivo di un flusso ritmico ostinato ed ipnotico, splendidamente scandito dalla coppia Fedrigo-Colussi a supporto degli interventi ai fiati del binomio Fazzini-ElSaffar che opera in perfetta simbiosi. Ricca di simili effusioni sonore è anche “13th of November” diversa strutturalmente ma officiante, armonicamente, l’universo arabo. Tra ritmi velatamente funky e inflessioni post-bop si snodano “Hyper Steps” e “Futuritmi” già incisa in una precedente produzione dall’XY Quartet di cui fanno parte i tre musicisti veneti; mentre “Human Tragedy” in chiusura dell’album sembra avvicinare il suono dell’ensemble verso ambiti più mediterranei. Un’opera, questa numero nove di nusica.org, perfettamente riuscita nel suo intento di celebrare musicalmente l’incontro oriente e occidente. Un magnifico esempio di sintesi tra modern jazz ed elementi propri  della cultura musicale araba come il maqâm, che il trombettista iracheno ha già metabolizzato nel suo layout espressivo.