lunedì 7 novembre 2016

Il Solar Sound del quartetto di Greg Burk al Torresino di Padova

31.10.2016

live concert


Serata da incorniciare quella del 31 ottobre scorso al Torresino di Padova, come tante per l'organizzazione di Centro d'Arte 70. In scena il quartetto del pianista Greg Burk: Marc Abrams al contrabbasso, Enzo Carpentieri alla batteria e con ospite il cornettista Rob Mazurek. Un quartetto che costituiva per tre quarti la struttura del Lunar Quartet del sassofonista danese John Tichai. Eravamo nel 2008, Tichai sarebbe scomparso quattro anni dopo. L'idea di quel quartetto è rinata qualche mese fa, nell'ambito del S.Anna Arresi Jazz Festival, grazie a Greg Burk che ha coinvolto in questa nuova versione di quel combo il cornettista chicagoano Rob Mazurek. 

Il quartetto, esibitosi lunedì 31 ottobre scorso, si è caratterizzato per una ritmica incalzante e colorata e per le incursioni travolgenti del cornettista di Chicago, il tutto sotto la sopraffina regia di Burk, musicista raffinato e sensibile, con un bagaglio di studi classici, che ha aperto ampi squarci luminosi nelle dinamiche espressive del quartetto. E lo ha fatto centellinando fraseggi di rara eleganza sui tasti del suo pianoforte ma anche recuperando il moog synthetizer tanto in auge nell'era del rock. Mazurek dal canto suo ha portato in seno al quartetto la sua ampia visione  del jazz contemporaneo, le sue sonorità ricercate, i ritmi world già ascoltati nel suo album Calma Gente di cui potete leggere qui la recensione.

Il concerto ha visto il quartetto muoversi in ambiti decisamente free e ben presto se ne è delineata l'esclusiva identità in cui spicca la genialità della coppia Burk-Mazurek, autori entrambi delle composizioni eseguite, scritte proprio per il quartetto. Il loro solar sound si è rivelato anche sfaccettato di inclinazioni world, ottimamente restituite dal flauto dolce di Burk e dalle percussioni di Carpentieri, magnificamente a suo agio in ogni ambito, nonché dagli interventi vocali dello stesso Burk e di Mazurek. Sprazzi anche di atmosfere soffuse, di interludi introspettivi intrisi di liricità che hanno evidenziato la classe e la sensibilità musicale e strumentale di Abrams. 

Pubblico entusiasta e totalmente coinvolto per una performance straordinariamente intensa.

Giuseppe Mavilla


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