mercoledì 2 ottobre 2013

Canada Day III

Harris Eisenstadt

Songlines



Che il batterista canadese Harris Eisenstadt sia oggi uno dei compositori più creativi della scena jazz contemporanea è opinione condivisa dalla critica più qualificata del settore. Nulla da obiettare perché Eisenstadt è anche tra i più prolifici musicisti in attività e la sua discografia, oltre che ampia, è notevolmente variegata. Questo è il terzo capitolo dell’articolato progetto Canada Day, fin qui sviluppato in un unico episodio in ottetto e in ben due in quintetto. Si tratta di una produzione più che intrigante pubblicata all'incirca un anno fa, con il batterista affiancato da Nate Wooley, tromba, Matt Bauder, sax tenore, Chris Dingman, vibrafono e Garth Stevenson, contrabbasso. Il tratto compositivo del canadese si rivela di natura sopraffina e ricco di liricità: una densa moltitudine di quadretti sonori incastonati armonicamente tracciano l’esclusiva struttura di alcuni brani come “Slow and Steady” e “Settled” mentre altre composizioni, inserite nel cd, si esplicano attraverso dinamiche tipicamente jazz. Mi riferisco alle susseguenti “A Whole New Amount of Interactivity” ed a “The Magician of Lublin” composizioni dagli umori fluttuanti, con inaspettati cambi di tempo, in cui si evidenziano il pregevole drumming del leader e le pulsazioni ritmiche del vibrafono di Dingam e del contrabbasso di Stevenson. Ad esplicarne, invece, i sussulti melodici è deputato Bauder in un intreccio condito dalla svolazzante inventiva di Wooley. I due fiati sono splenditi nei loro dialoghi, nelle loro sfide sonore intrecciate qua e là. Due espressività certamente eterogenee che si incastrano a meraviglia nel quintetto. Nessun vuoto a perdere ma un sorprendente esempio di originalità.



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