sabato 25 maggio 2013

Time Travel

Dave Douglas Quintet

Greenleaf Music


Per il trombettista Dave Douglas prosegue  il riemergere sulla scena jazz internazione da dove per la verità non era mai del tutto scomparso bensì sicuramente finito in secondo piano negli scorsi anni dopo lo splendido e antecedente periodo che lo aveva visto in prima fila, nell’abbracciare avanguardie contaminanti, con altri generi, in parallelo all’intensa produzione con i Masada di John Zorn. Un riemergere iniziato lo scorso anno con un album insolito, per uno come lui, inciso con lo stesso gruppo protagonista di questo cd ma con l’aggiunta di una vocalist di estrazione folk e country, Aoife O'Donovan, e ricco di brani intrisi di misticismo dedicati alla madre all’epoca appena scomparsa. Oggi invece Douglas si ributta con determinazione nell’ambito jazzistico a fianco di Jon Irabagon (sax tenore); Matt Mitchell (piano); Linda Oh (contrabbasso); Rudy Royston (batteria).
Ed è un bel sentire, una spumeggiante ondata di geometrie jazzistiche che guardano indietro con profondo riguardo alla tradizione ma che si impinguano, nel contempo, di una vibrante energia innovativa che fa tesoro anche dell’importante passato del trombettista di Montclair che dall’alto della sua immensa esperienza nell’arte dell’innovazione jazz sembra aver maturato la saggezza dell’età, cinquant’anni già compiuti per lui. Una saggezza che garantisce una riuscitissima sintesi che si delinea, brano dopo brano, come caratterizzata da una inaspettata orinalità.  Di grande ausilio ed operanti in ideale sinergia con il leader sono anche: Irabagon che sembra aver messo da parte una buona dose della sua urgenza espressiva per divenire sempre più accurato ed sfaccettato nella sua espressività al sax; Mitchell perfetto al pianoforte con fraseggi e contrappunti vigorosi e con soli dalla ritmica incalzante; Royston alla batteria che sa magnificamente infoltire le improvvise accelerazioni  temporali dei fiati accanto alla discrezione interpretativa della raffinata contrabbassista Linda Oh. Bentornato Dear Dave! continua così per altri album ancora.

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