lunedì 6 giugno 2011

Sorapis

Franco D’Andrea Quartet
El Gallo Rojo Records

Fluido nei ritmi, sofisticato nelle armonie, libero nelle interazioni. Così appare questo nuovo lavoro del quartetto di Franco D’Andrea, un combo ormai consolidato e ben delineato nella sua identità. Accanto al pianista di Merano, tra gli esponenti più acuti del miglior jazz italiano e internazionale, troviamo i fedelissimi: Andrea Ayassot (sax alto e soprano); Aldo Mella (contrabbasso); Zeno De Rossi (batteria). Come ormai consuetudine nelle produzioni del quartetto, anche in questo secondo lavoro inciso per l’etichetta “El Gallo Rojo”, avvertiamo un’intensità progettuale ed esecutiva di notevole impatto che pur circoscritta in ambiti decisamente jazzistici si mostra impregnata di un'esclusiva originalità in cui predomina il verbo musicale di D’Andrea. Quest’ultimo sintetizza nella sua poetica  un forte elemento insito nella  tradizione jazz che esplica attraverso dinamiche cool e una certa attitudine all’innovazione che trova un suo materializzarsi nell’esercizio dell’improvvisazione che anche questa volta coinvolge in contemporanea i quattro membri del quartetto. C’è poi quell’ idea, riproposta anche in questo contesto, di legare l’uno all’altro due o tre brani a mò di suite intervallandole con piccole pause riflessive dando così maggiore risalto al fattore  mutabilità che si riflette, con ideale regolarità, nell’aspetto evolutivo che questo jazz si porta dentro. Dall’iniziale trittico di  “Tritoni” – “Seste” – “Old Jazz” al finale ironico di “New Calipso” è tutto un susseguirsi di affreschi sonori che richiamano passato e presente del jazz. Ci imbattiamo così nei colori di “Latin Sketch”, nella riproposizione della ellingtoniana “The Single Petal of a Rose” in una versione totalmente ripensata in chiave moderna e nella controllata avanguardia di “Treble and Bass” senza dimenticare il brano che dà il titolo al cd “Sorapis” che già il maestro aveva inciso in solitudine nel 1980. Ovunque brilla l’incedere di questi quattro musicisti con il pianismo esauriente, fitto e multi sfaccettato di D’Andrea, il timbro caldo e l’andamento brioso del sax di Ayssot a cui si aggiunge l’acume ritmico e interpretativo della sezione ritmica Mella-De Rossi.



1 commento:

Anonimo ha detto...

grazie d'andrea è un musicista straordinario